HT #253:
"Verso il Kastro di Paleochora, Egina"

Se era tempo che mancavo dall'isola di Agistri sarà facile immaginare che in quel di Egina mi si sia visto ancora meno. Il primo sbarco fu nel 1998, il secolo scorso, in gita scolastica, poche ore, maltempo e pochi ricordi. Poi a sette anni di distanza, nel giorno del "nostro" compleanno, il mio e della Grecia moderna, ci accolse una bella giornata di sole. Non fu molto esplorata, ma ancora si ricordano i pistacchi, tipicamente locali, e delle melanzane mangiate a pranzo che furono particolarmente buone. Poi ancora anni, si arriva all'autunno scorso: il giorno prima del secondo lockdown greco ne approfitto per fare un salto ed una camminata: il faro sorridente, zona archeologica lato mare, qualche villa che ha attratto il mio occhio, sicuramente qualcosaltro che dimentico. Anno nuovo: dentista. Sull'isola di Agistri non ve ne sono, il più vicino si trova ad Egina, lockdown o meno erano ormai tre giorni che mi drogavo di antidolorifici e vado. Oltre al mal di denti un gran freddo, non credo di aver aspettato neanche l'ultimo aliscafo per rientrare, non ricordo chissà quali altri particolari. Primavera, questioni burocratiche mi portano al Kep più vicino, sempre ad Egina. Me ne approfitto per fare un giro "fuori città", evitando calche e controlli, ed arrivo per la prima volta al monastero di Agios Nektarios. Mi limito a guardarlo da fuori e a principiare un aggiramento, non mi son arrischiato a perdermi o avrei rischiato di perdere l'ultimo traghetto. Prima di tornare verso il porto delle costruzioni sulla collina di fronte mi colpiscono: come fossero i resti di di diverse micro chiese. Immagino che fossero ad uso di religiosi di stampo ascetico. Uhm, ci dovrò tornare, mi dico. E finalmente lo si fa. In realtà il programma era di fare un tour più ampio, di finire quell'"aggiramento" di Agios Nektarios che avevo iniziato la volta precedente e scollinare verso mare dalla parte opposta rispetto quella d'arrivo. Poi sono lì, ripasso davanti e Paleochora (o Paliachora) è lì che mi aspetta. La località ha un suo nome preciso, anzi due perché altrimenti che gusto ci sarebbe, il cui significato pare proprio assimilabile al Paleochori di Agistri, ovvero "Vecchio Villagio". Al ristorno ad Agistri leggo che il villaggio fu fondato lì, arroccato sulle colline circa nel 8/900 per difedersi dalla pirateria. Poi qualche secolo di storia, interssante da approfondire. Ad oggi diverse costruzioni, effettivamente "piccole chiesette", piccoli rettengoli, molte dotate di campane, ognuna dedicata ad un santo differente, nelle due cui ho sbriciato dentro sono presenti delle icone poste recentemente ed alcuni piccoli oggetti che indicano una minima frequentazione. I sentieri sono perlopiù sterrati. Fatico ad immaginare che fosse un vero e proprio villaggio, se si escludono le costruzioni religiose mi è difficile trovare chiare evidenze di altre adibite ad altre mansioni. In realtà questa mia visita è stata comunque rapida e veloce, come una prima esplorazione, da cui non mi sono fermato a cercare chissà quali tracce, reperti etcetcetc. Ho seguito un sentiero, aggirava la collina, le costruzioni continavano a comparire in ordine sparso, poi un cartellino messo lì sulla sinistra, scritto a mano, "attenzione, sentiero pericoloso". Vedrai che se riesci a leggere il suddetto ancor prima avrai notato un sentierino che si distacca da quello principale e pare inerpicarsi tra delle rocce. Ovviamente se avevo qualche dubbio sullo staccarmi o meno dal sentiero "principale" quel cartello me li ha levati del tutto. Poco sopra un cartellino che indica un "kastro" perdilì, poi una freccia rossa e una tartauga (simbolo di Egina) anch'essa dipinta in rosso, e forse anche un numero 7, proseguono le indicazioni. Gira quì, gira là s'arriva poi sulla cima, dove un tempo probabilmente era allocata una fortificazione. Qualche muretto in più su di un lato, una sorta di magazzino sotterraneo di cui si vede un'imboccatura nel "piazzale", forse un ex forno giù di lì, ed in cima una costruzione, una sorta di "bilocale", due "chiesette" gemelle nominate a due santi. Pausa. S'è fatta una certa. Tornerò.


Sulla strada del Kastro di Paleochora, Egina

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